giovedì 27 gennaio 2011

27 Gennaio 2011

Gualfardo Rombolini al Congresso dell'ANPI Fermignano
Mi chiamo Gualfardo Rombolini, sono nato a Urbino il 13 Settembre 1924 e risiedo a Fermignano.

Dichiaro sotto la mia responsabilità che gli avvenimenti di questo diario sono realmente accaduti, può variare solo qualche data, pochi giorni, perchè in quel periodo, specialmente a Berlino, non si aveva esatta percezione del tempo.

Il lettore dovrà tenere presente che non si poteva scrivere sempre, a volte per mesi si prendevano solo piccoli appunti, così troverà il presente e il passato in poco spazio.
Sono convinto di non voler modificare troppo il diario per non stravolgerlo, perchè è stato scritto da un soldato che ha frequentato la quinta elementare.
Chi leggerà questo diario avrà solo l'impatto con la realtà: due anni di storia così come sono stati vissuti, senza l'aggiunta di altro e senza l'intento, nemmeno involontario, di romanzare.
Questo è il racconto di un semplice soldato di fanteria richiamato sotto le armi, non ancora diciannovenne, per fare il proprio dovere come tanti altri. Sono riuscito, malgrado tutto, nelle condizioni terribili in cui mi trovavo, a trascrivere, giorno dopo giorno, con e su materiale di fortuna che ancora conservo, le mie memorie di prigioniero nei campi nazisti, nascondendo, a vlte un pò avventurosamente, queste pagine per non essere scoperto e inviato al campo della morte come spia.
Sembrerà strano, ma questo diario non è mai stato più riletto, se non in occasione della pubblicazione, e conservato nel fondo di un cassettocome una reliquia appartenente a qualche mio antenato.
Si, c'è parte della mia vita e di tanti altri che non sono più tornati.
Forse per il lettore sarà una storia come tante, di altri che si sono trovati in quelle tragiche circostanze, ma per chi come me ha subito quella esperienza, rileggere quelle pagine ha significatoprovare di nuovo sofferenza e disperazione, al punto da temere di non riuscire a concluderne la lettura, poichè gl'occhi mi si riempivano di lacrime.
Il lettore non pensi che dopo una simile esperienza la vita possa riprendere normalmente: no, non si è più quelli di prima, perchè le umiliazioni e le violenze subite privano dei sentimenti e dell'umanità, ti fanno sentire vivo solo nelle membra indolenzite e nella pelle che appena ricopriva le tue misere ossa. E pensare che non avevo nemmeno avuto il tempo  di prendere in mano il fucile, travolto da eventi che a malapena riuscivo a comprendere, e ho pagato per non aver voluto combattere contro i miei fratelli dopo la cattura conseguente agli avvenimenti successivi all'8 settembre 1943.
Come è accaduto ad altri ho voluto raccontare questa mia esperienza fin dal tempo della prigionia perchè forse la speranza di sopravvivere a un certo punto si identificò con quella di fare comunque conoscere la mia storia e questo desiderio a volte penso mi abbia effettivamente aiutato nei momenti più critici fino a dare un senso alla stessa liberazione dalla prigionia.
Queste pagine, il lettore l'avrà capito, sono nate dunque dal bisogno di testimoniare, bisogno che in fondo, forse inconsciamente, mi ha dato la forza di resistere.
Testimoniare degli orrori di cui sono stato vittima e di altri ancora peggiore che mi hanno sfiorato oppure che ho conosciuto indirettamente dal racconto di altri disgraziati.
La mia speranza, infine, è che si conservi la memoria di tutto ciò e che essa sia trasmessa ai giovani perchè sappiano, anche oggi, riconoscere e scegliere la parte giusta: quella della dignità, della solidarietà, dell'umanità

Gualfardo Rombolini



[Questo testo è la prefazione del Libro :"Dietro il filo spinato - L'altra faccia della resistenza" Il diario originale della deportazione di Gualfardo Rombolini. Fermignanese]

domenica 23 gennaio 2011

Bombardamento di Urbania. 23 Gennaio 1944

L'ANPI Fermignano saluta ed esprime vicinanza verso tutti i Cittadini di Urbania che oggi hanno ricordato il Bombardamento subito nel 1944.
L'orrore della Guerra non può essere dimenticato, per questo ringraziamo l'amministrazione e tutti i convenuti per aver reso speciale, nella sua tristezza, questo giorno.

domenica 9 gennaio 2011

L'ANPI sulla vicenda FIAT: non sia sovvertito l'impianto democratico del Paese

A.N.P.I.
A S S O C I A Z I O N E  N A Z I O N A L E  P A R T I G I A N I  D ’ I T A L I A
COMITATO NAZIONALE

Roma, 5 gennaio 2011

L’ANPI, custode dei valori di libertà, pace ed eguaglianza che hanno mosso
l’agire coraggioso e responsabile degli antifascisti, dei partigiani e da ultimo
dei padri costituenti, non può che ribadire con forza e determinazione
l’inalienabilità del diritto per tutti ad un lavoro dignitoso e civile, fondamento
primo della nostra Repubblica.

La Costituzione, in questo senso, fornisce un dettato chiaro e non
manipolabile: condizioni di lavoro rispettose della dignità personale e delle
esigenze materiali dell’individuo, libera rappresentanza sindacale.
Questi sono i principi che devono guidare l’agire di coloro che in questi
giorni hanno la responsabilità di decidere il futuro di migliaia di lavoratori:
governo, FIAT, forze sindacali. Ogni passo che tenda a sovvertirli rischia di
sovvertire lo stesso impianto democratico del Paese, che ad oggi ha sempre
garantito stabilità e civile convivenza.

L’ANPI fa quindi appello affinché sia massimo lo sforzo per trovare soluzioni ampiamente
concertate e affinché il necessario sviluppo economico non sia in nessun caso
disgiunto dalle regole e dai diritti.

LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI